Spiagge magnifiche mare offrono la possibilità di rilassarsi al mare, mentre i parchi e le riserve naturali sul territorio promettono vacanze in montagna all’insegna della natura. Non mancano inoltre borghi antichi, splendidi monumenti, siti archeologici, musei interessanti, feste spettacolari per chi ama la cultura, nonché un’eccellente cucina tipica accompagnata da vini autoctoni.

Image placeholder

Il Molise è la più giovane regione italiana, ancora pressochè sconosciuta dal punto di vista turistico. Popolata anticamente dai Sanniti, di cui rimangono interessanti tracce archeologiche, terra di allevatori e pescatori, il Molise custodisce tradizioni tra le più svariate e nasconde parecchie sorprese. Spiagge magnifiche mare offrono la possibilità di rilassarsi al mare, mentre i parchi e le riserve naturali sul territorio promettono vacanze in montagna all’insegna della natura. Non mancano inoltre borghi antichi, splendidi monumenti, siti archeologici, musei interessanti, feste spettacolari per chi ama la cultura, nonché un’eccellente cucina tipica accompagnata da vini autoctoni. 1. Incontrare i Sanniti a Pietrabbondante Ricchissimo di pietra calcarea, Pietrabbondante deve a questa caratteristica il suo nome “parlante”, assegnatogli dai Longobardi nell’VIII secolo. In antichità invece si chiamava probabilmente Bovianum ed era una delle città principali dei Sanniti – un popolo preromano cui, secondo un’ ipotesi, dobbiamo la provenienza del termine stesso “Italia”. A Pietrabbondante gli archeologi hanno scoperto un intero complesso monumentale di epoca sannita, composto di due templi e un teatro. Quest’ultimo, oltre agli spettacoli, era stato utilizzato anche per le assemblee politiche; ai nostri giorni vi si tiene un festival teatrale. 2. Ammirare l’architettura romanica della Cattedrale di Santa Maria di Termoli Termoli, un resort oggi molto frequentato, un tempo era una piccola città di pescatori; questo nucleo oggi compone il centro storico, collocato proprio al centro del promontorio, su un’altura, e circondato da antiche mura. La cattedrale di Termoli venne eretta nel punto più alto della città, là dove un tempo sorgeva il tempio romano dei Dioscuri, nel XIII o XIV secolo. Collocazione tipica dell’architettura ecclesiastica romanica, la posizione su un’altura permetteva, in caso di attacco, di utilizzare il robusto edificio della chiesa come una rocca. Lo stile romanico locale, non particolarmente generoso per quanto riguarda l’apparato decorativo, ha un aspetto molto armonico e maestoso. Chi volesse ammirare un vero e proprio castello trova nelle vicinanze l’imponente Castello Svevo, costruito da Federico II nel 1247. 3. Andare a cavallo nelle valli di Pescolanciano Pescolanciano è sorta sul luogo di un insediamento sannita, vicino a una strada che collegava l’entroterra della penisola con la parte meridionale della costa adriatica. Nel Medioevo sul colle è stato costruito un castello, che domina tutt’oggi le valli circostanti. Nel Seicento passò nelle mani dei duchi d’Alessandro; nel 1645 il barone Giovanni avviò un’attività di selezione e allevamento di equini: qui selezionò una razza di “cavalli saltatori” in grado di soddisfare le elevate aspettative della nobiltà napoletana. Oggi le gite a cavallo sono un passatempo molto richiesto non solo a Pescolanciano ma anche nelle pittoresche valli della provincia di Isernia, alla quale appartiene. 4. Passeggiare tra le rovine di Saepinum La zona archeologica di Saepinum, ad Altilia, un paio di chilometri a nord del comune di Sepino, è spesso chiamata “la Pompei sannitica”. I siti sono in realtà due: l’insediamento sannita di Terravecchia e la città romana di Saepinum. In origine i Sanniti si sono stabiliti sul monte, da cui controllavano due strade commerciali molto importanti; dopo le guerre sannitiche, durante le quali i Romani devastarono il villaggio, i sopravvissuti lo rifondarono a valle. Di Terravecchia è rimasto soltanto una parte delle imponenti mura, con tre porte, mentre la romana Saepinum è in uno stato di conservazione decisamente migliore: qui si può passeggiare per le vie principali, ammirare le rovine del foro con la basilica, la curia e il mercato, visitare il teatro antico. 5. Salire sulla terrazza del Castello di Monforte a Campobasso Il Castello di Monforte è il simbolo del capoluogo del Molise, Campobasso, e porta il nome del conte Nicola II di Monforte, il quale restaurò la rocca nel Quattrocento, dopo un terremoto. È certo però che l’imponente fortezza sia stata costruita prima; eretta in cima a un alto colle, domina la città. Sul torrone quadrangolare principale, all’altezza di 808 metri sopra il livello del mare, c’è una stazione meteorologica, e dalla terrazza del castello è possibile spaziare con lo sguardo fino al Mare Adriatico. La fortezza possiede anche un enorme sotterraneo – forse una prigione o un rifugio durante le battaglie. 6. Pescare con il trabucco sul Mare Adriatico Il trabucco è un antico meccanismo da pesca che gli abitanti della costa adriatica meridionale ritengono giustamente parte importante della loro tradizione. È composto da una piattaforma di legno che si protrae verso il mare, rinforzata con solidi tronchi dei pini della zona, e da alcune “antenne” che dipartono dalla piattaforma, sospese sullo mare, sostenendo un’enorme rete. Tali attrezzi venivano costruiti nei punti più estremi dei promontori e permettevano ai pescatori di non dipendere dai capricci del tempo e del mare. Vi lavoravano quattro uomini forti; oggi, invece, viene utilizzata l’elettricità per manovrare gli argani. 7. Visitare le spiagge di Campomarino Il comune di Campomarino, nella provincia di Campobasso, è una meta turistica molto frequentata. Le spiagge locali, separate dall’abitato da belle pinete, sono state più volte insignite con la Bandiera Blu dal FEE conforme perché rispettano i più alti standard ecologici. Le spiagge sabbiose sono dotate di lettini e di cabine per cambiarsi, mentre la profondità del mare cambia gradualmente, permettendo di fare il bagno in tutta sicurezza. Oltre ai piaceri da resort, Campomarino vanta un’altra curiosità: è uno dei cinque comuni molisani con una minoranza attiva la cui identità si fonda sulla lingua “arberesca”, che rientra nel gruppo delle lingue albanesi. 8. Ammirare Bagnoli del Trigno, “la perla del Molise” Il borgo di Bagnoli del Trigno è stato battezzato “la perla del Molise” per la sua suggestiva posizione su un massiccio roccioso dove un tempo c’era una sorgente termale. Stando a una delle leggende, il borgo è stato costruito da un nobile romano che amava a tal punto fare il bagno nel fiume Trigno, ricco di minerali, da decider di stabilirsi proprio qui per risparmiare tempo. Bagnoli è divisa in due parti – quella di sopra (783 metri sopra il livello del mare) e quella di sotto (660 metri) – e ha tante cose da vedere: il castello di San Felice, la chiesa di San Silvestro con un campanile costruito direttamente sulla roccia, la piazza Olmo… E poi, anche una semplice passeggiata per il labirinto di stradine che si arrampicano sulla roccia è un’esperienza affascinante. Infine, la gente del posto adora le feste, numerose soprattutto nel periodo primaverile-estivo. 9. Imparare come si fondono le campane ad Agnone Intorno all’anno Mille ad Agnone venne fondata una delle fonderie di campane più antiche del mondo, la Pontificia Fonderia Marinelli; tutt’ora attiva, e tutt’ora gestita dalla famiglia Marinelli, èla più antica azienda a conduzione familiare del mondo. Qui venivano campane per tutt’Italia; da qui vengono le campane della Torre di Pisa e dell’Abbazia di Montecassino. Accanto alla fonderia si trova il Museo internazionale della campana, dove è spiegato il processo produttivo ed è possibile vedere frammenti di campane antiche e le attrezzature per la loro produzione. 10. Fare trekking nell’Oasi del WWF Guardiareggia-Campochiaro L’Oasi del WWF Guardiaregia-Campochiaro si trova nella parte sud-ovest del Molise e comprende una parte del massiccio montuoso di Matese. La riserva si estende per 3135 ettari e ha tre zone di maggior interesse: le gole del fiume Quirino con la cascata di San Nicola, il monte Mutria e la zona carsica del monte Campochiaro. Oltre al trekking, qui è possibile fare speleologia, gite a cavallo, oppure osservare semplicemente gli animali passeggiando per i boschi protetti. foto: prese in rete e sull'articolo, quella di copertina mia.


23/11/2018

Claudio Varriano

22816

Facebook